Le liste di Fazio e Saviano.
8 anni di Obama
Il crocefisso nell'urina patrocinato dallo Stato
La festa dell'inverno per non turbare le coscienze
I ponti e i muri
La “lotta” per i matrimoni LGBT
L'utero in affitto
La rimozione delle radici cristiane d'Europa
La politically correctness
I radical chic
Se sei cattolico come puoi votare?
Mai la guerra senza se e senza ma. Evviva la lotta della
Resistenza contro il nazi-fascismo.
I #jesuis senza capire
Le connivenze cattoliche, quelle adulte.
Gli adulti con qualunque finta appartenenza
L’aborto e la soppressione degli embrioni malati
Il “la mia libertà finisce dove inizia la tua”
La società liquida senza contenitori
I “chi sono io per giudicare” manipolati
“Sono solo ragazzi”
Denunciare la maestra che rimprovera tuo figlio
Vietare la mostra di Van Gogh e Chagal per non turbare le
coscienze
La primavera araba
Esportare la democrazia
Il cattolico non ha diritto di esprimere le sue idee
politiche
Tirare la giacchetta alla misericordia
Il diritto al lusso
Va’ dove ti porta il cuore
Ho diritto.
I “Sarà di cattivo gusto, ma c’è la libertà di espressione”
a senso unico
Gli assalti alle Sentinelle in piedi
Saviano e Fazio. E la Litizzetto.
I talk show su La7
I prelati che sperperano denaro
“Con Isis dobbiamo dialogare”
La presidenta.
Il furore leghista.
I ROM sono da capire. No anzi da bruciare.
I funerali holywoodiani.
Era una persona onesta.
Scisc.
#Staisereno.
L’irrisione è sempre lecita, tranne quando è rivolta alla
parte che governa l’opinione.
Tutto ma non Salvini. Beh, neanche Belpietro. E Gasparri. E Razzi. Beh insomma tranne
quelli lì.
Uccidere un fascista non è reato.
I sacerdoti conniventi con chi dissolve la verità. Chi
dissolve la natura e la verità.
A me non risulta.
Da me non è mai successo!
Selvaggia Lucarelli. E Belen. E Morandi.
Selvaggia Lucarelli. E Belen. E Morandi.
Bisognerebbe metterli tutti al muro
NOI DOBBIAMO INTERVENIRE AVENDO IL CORAGGIO DI GRIDARE AI FRATELLI MUSULMANI NON SI UCCIDE IN NOME DI DIO!
NOI DOBBIAMO INTERVENIRE AVENDO IL CORAGGIO DI GRIDARE AI FRATELLI MUSULMANI NON SI UCCIDE IN NOME DI DIO!
Imagine. “immagina che non ci sia un paradiso e neppure una
religione”.
Oriana è una pazza. No è una profetessa!
Una manifestazione per fermare l’orrore
Tingiamo i nostri profili Facebook
Buon vento, che la terra ti sia leggera
Gli altari laici, le preghiere atee, i minuti di silenzio
Buon vento, che la terra ti sia leggera
Gli altari laici, le preghiere atee, i minuti di silenzio
"Io sostengo che la Tav vada sabotata
Sabotare è un verbo nobile, lo usava anche Gandhi"
Giletti è da perseguitare: non può esprimere il suo parere su Napoli!
Giletti è da perseguitare: non può esprimere il suo parere su Napoli!
"La lista degli edifici imbrattati datami da un #NoExpo Qui si spiega
perchè sono atti di protesta e di non vandalismo"
"e decapitazioni dei cristiani sono secondarie rispetto alla
sofferenza dei musulmani"
"Non credo che queste persone abbiano fatto
una discussione teologica a bordo"
"Mio figlio è solo un pirla".
Potrei continuare, le liste mi entusiasmano. È un modo molto
infantile di sentirsi apposto, di stare sula lavagna dei buoni. E scrivere qui
l’elenco dei cattivi.
Non che alcune di queste cose qui, che ho scritto con
estremo godimento, non stia –e non solo nel mio sentire- nella lista dei
cattivi, o per lo meno degli imbecilli. Meglio: dei cattivi maestri, delle
cause prossime della devastazione nella quale viviamo. Che sopportiamo. Che ci
schiaccia.
Non voglio negare che ci sia dentro un senso, una
razionalità.
Non voglio negare che mi irritano i comportamenti irrazionali
di chi segmenta il mondo fingendo di amarlo tutto. E la bella affermazione di
Marco Cobianchi svela ogni inganno “Con
molta, moltissima calma provate a spiegare (e a spiegare a voi stessi) perché
Charlie Hebdo è libero di scrivere e disegnare ciò che vuole e Belpietro no”.
E aggiungerei a Belpietro: le Sentinelle in Piedi…
Non rinnego la mia rabbia. La mia paura. La mia voglia di
vendetta. Ne prendo le distanze, ma non la nego. Non la riesco a spegnere.
Anzi, ci tengo ad affermare che le belle frasi ad effetto ed
eleganti che inneggiano alla pace monolaterale mi imbarazzano, perché mi paiono
così lontane dalla verità. Che ti viene da chiederti: ma questi, questi che
credono, che accendendo una candela, che colorando di tricolore il proprio
profilo Facebook, che fotografandosi tenendo in mano un cartello con un hashtag
di tendenza, questi che credono di sconfiggere i terroristi a colpi di tweet,
questi che la guerra mai senza se e senza ma, non sono gli stessi che ogni 25
aprile scendono in campo a urlare il valore della Resistenza contro i
nazifascisti? Perché non mi pare che i partigiani siano andati mettendo fiori
nei loro, e altrui, cannoni… mah.
Ha ragione Giovanni Scrofani, un ruvido opinionista dei
social media, che apprezzo per la capacità di scartavetrare le banalità, anche
se qualche volta va fuori strada, quando scrive: “Riassumendo le brillanti soluzioni rinvenute in rete oggi...
deportiamo tutti i mussulmani lontano dalle nostre città che i tedeschi negli
anni '40 hanno movimentato un sacco di gente e funziona... vogliamoci
tantissimo bene che poi ai terroristi gli passa la voglia di terrorizzarci...
qualcuno (non io) dovrebbe fare la guerra che pone fine a tutte le guerre e
ammazzare tutti e ferire seriamente i sopravvissuti... andiamo ai concerti e al
ristorante come se nulla fosse che poi ai terroristi gli passa la voglia di
terrorizzarci... mi chiudo in stanza a piangere... mandiamo Di Battista a
dialogare con l'ISIS (hahahahahaha)... mandiamo Di Battista a dialogare con
l'ISIS (serio)... c'aveva ragione Oriana c'aveva... c'aveva ragione Orietta
c'aveva... mi cambio l'immagine del profilo così il Califfo piange... Peccato
che durante la caduta dell'Impero Romano non c'erano i social sarei curioso di
vedere come l'avrebbero raccontata”.
Ora Montale è stato davvero profetico in due delle sue
poesie che amo di più. Tra le altre si intende.
C’era della lucidità auto-ironica nel suo Non chiederci la parola, che si conclude
con queste mirabili parole “Codesto solo
oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Ecco, questo oggi sono io (beh questo lo diceva Alex Britti,
ma è tutta un’altra storia). Non so cosa voglio, so cosa non voglio.
Non voglio questo mondo sporco che strappa le speranze. Non
che ti fa rischiare la vita. No. Quella È
vita. Non lo scopriamo oggi. Oggi lo riscopriamo dopo l’ubriacatura che
aveva tenuto lontana la morte, facendoci credere invincibili e immortali.
Dovremmo tutti riascoltare Samarcanda. E non far cadere dalla bocca una
preghiera purtroppo smarrita “a morte
improvvisa libera nos Domine”. Liberaci dalla morte immediata, che poi vuol
dire “regalaci un letto di sofferenza”, guarda caso ciò che proprio il mondo
non vuole.
No. Non è la morte che spaventa, quella che ti aspetta fuori
casa e non ti lascia neanche il tempo di salutare. Perché finire sotto un
camion o sotto una raffica di mitragliatrice fa poca differenza. I tagliagole
c’erano anche nel passato perché la cavallina storna riporta colui che non
ritorna. Non è questo che fa paura, il sapere che esci da casa e non sai se ci
ritorni o se ci trovi chi hai salutato al mattino. Perché ci sarebbe da
ringraziare Dio solo per quetso.
È l’aver sottratto la speranza. Perché i muri strappati dai
crocefissi non servono a costruire ponti ma a scavare fosse e generare prigioni.
Perché se non ripartiamo da lì, dal senso dato alla vita, finiamo nella fossa
comune. Ma ben prima di essere morti.
Torniamo a Montale e a Maestrale, che si chiude con questa
verità “perché tutte le immagini portano
scritto:" più in là "!”. Certo, bisogna leggere in trasparenza la
realtà, guardare oltre con il capo alto. E riscoprire quello che san JoseMarìa
Escrivà de Balager scriveva nei primi anni Trenta: “Queste crisi mondiali sono crisi di santi” che non vuol dire che
bisogna spalancare ponti levatoi verso sponde che non solo non vogliono
accoglierli, ma sono pronti a usarli per invadere i benpensanti. Ma che è ai
santi che si deve chiedere la strada da seguire.
Diceva Giovanni Paolo II, santo appunto, che la soluzione ad
ogni problema si trova cercandola nelle scritture. E nella preghiera. Che
magari è quella che il beato Marco d’Aviano rivolge ai soldati prima della
battaglia di Vienna del 12 settembre 1683 (capito perché l’11 settembre è
avvenuto l’11 settembre?) o i rosari recitati nella flotta guidata da Don
Giovanni d’Austria il 7 ottobre 1571, poi diventata festa della Madonna del
Rosario.
Certo, ribadisco, non so cosa si debba fare. Non so cosa sia
giusto e cosa non giusto. Non voglio che sulla mia pelle ci sia scritto
#jesuisGiuda cioè l’apostolo traditore che si sentì tradito da un Dio che non
volle farsi Re, vendicare i “buoni” schiacciando i cattivi e i nemici nella
violenza. Non voglio questo. So cosa non voglio, ma non so cosa voglio.
E credo che con me, in questo limbo, siano in tanti. Un po’
come Giaro che, appreso della morte della figlia, si sente dire “non temere,
continua solo ad avere fede”.
Che non è la cosa più facile da fare, ma di sicuro l’unica
che abbia senso.
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