Dovrebbe essere incluso nel corso per fidanzati. Un pezzo di
cammino. Almeno una settimana. Perché qui c’è tutto della vita matrimoniale. E
capisci subito che cosa sia e come funzioni.
Dicono che il cammino va fatto da soli. Aperti agli altri ma
concentrati a riscoprire se stessi. Ho dei dubbi, poi capisco perché Franca ed
io il cammino l’abbiamo fatto in effetti da soli. Infatti “non sono più due ma
una carne sola” e quindi noi eravamo una persona sola, insieme, sul cammino.
Ti spiega cosa sia la vita insieme il cammino: perché devi
tenere lo stesso passo, ma ogni tanto lo perdi e chi scivola più avanti deve
sapersi fermare e prima ancora accorgersi di essere più avanti, perché se sei
concentrato sul tuo passo, sui tuoi pensieri, e l’altro non ti chiama, rischi
di cadere troppo avanti e non ritrovarti più.
E se sei dietro devi avere il coraggio è l’umiltà di farsi
sentire se l’altro davanti non s’accorge.
Che poi è difficile inseguire e se il
peso è troppo ti viene lo sconforto e lasci lì, lasci andre, ti fermi, fai una
strada diversa.
Bisogna sapersi aspettare e calmare: sei lì che ha voglia di
fare il chilometro lanciato, il tempo migliore, il record perché sei
competitivo, perché voi sfidarti e devi fermarti per la pausa pipiì. Ma come?
Ancora? Ma quanti metri fai con una pipì? Però ti fermi, perché si va avanti in
due, insieme.
E il passo, non è quello che va tenuto. Difficilissimo
camminare affiancati allo stesso passo. Ma alla stessa velocità sì, con ritmi
diversi. Perché ognuno ha il suo è va rispettato, magari rallenti un poco,
magari acceleri un tantino, ma mantieni la tua individualità nel camminare
assieme.
E ci si aiuta insieme, perché la crisi viene sempre, e mai
nel medesimo momento. E magari viene quanto tu sei tonico, passo morbido,
slanciato, che ti viene da guardarti in giro, ammirare il panorama. E all’altro
invece viene da vomitare dalla rabbia, dalla fatica, dall’orizzonte chiuso che
quanto accidenti manca all’arrivo
e ti vien male da digli che sei appena dopo la metà.
Tutto pesa, tutto
rallenta. I campi dorati? Urlando sudore e caldo! La strada che si stende verso
il basso? Infiamma le cosce e spezza le ginocchia! È lì che scopri la pazienza,
il sorriso, il lasciar correre, lo spegnere tutto quello che hai voglia di fare
perché al lei/lui tutto dà fastidio, tutto innervosisce. Devi solo tacere e
aspettare. E agire. Prendere il suo zaino. Portartelo in braccio come una
bambino, con le braccia che si spezzano e le mani tagliate dalle corde, e
sorridere e cantare e accarezzare con la voce, finché la crisi passa. Che poi
viene a te, stai sicuro, mica che la scampi la crisi. Viene a te.
Anzi t’è già venuta quando hai dato in escandescenze per i
guanti dimenticati 30 metri indietro nel rifugio perché lei non se ne era
accorta. Come se toccasse a lei farti da baby sitter. E tutto si spezza con una
risata. Ecco bisogna saper ridere e di sé, delle situazioni, delle difficoltà.
Non puoi fare quello che vuoi sul Cammino, se sei in due, e
talvolta neanche quello che si vuole tutti e due: devi lasciarti fare dal
cammino. Vuoi fermarti? C’è la bufera e c’è il vento, c’è la pioggia e fa
freddo: ma per fermarti devi andare al prossimo rifugio. E se è brutto e a lei
non piace? Andiamo avanti.
Capisci che qui si mette tutto alla prova? E dopo nulla è
uguale: o s’è sfilacciato o s’è saldato ancora di più. Come barre d’acciaio.
Come pietre che insieme fanno le torri della Cattedrale. Insieme, perché non
sono più due, ma una cosa sola. Più bella.
Tutte le tappe le trovi qui
Molto interessante questo post. Non ho mai fatto il cammino e ora è troppo tardi. Avete avuto coraggio e sarete premiati.
RispondiEliminapaola
Capisci che qui si mette tutto alla prova? E dopo nulla è uguale: o s’è sfilacciato o s’è saldato ancora di più......
RispondiEliminasottile la linea che separa questa affermazione...
Grazie Censorina e Isabella
RispondiEliminaio credo che tutto si rinsaldi...
"Lo spegnere tutto"... che non è fregarsene, anzi. È decidere che vale la pena di amare senza cercare la giustizia
RispondiEliminaesattamente questo!
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