Perché prima o poi si ritorna, con qualche cosa in più, che
se va bene sono domande se va meglio è consapevolezza.
Che qualche cosa manca. Eccome se manca. S’è sfilacciata,
diluita, come un biscotto lasciato a mollo nel caffelatte, come la mollica del
pane. E non ce la fai più. Cosa? A fare quello che facevi prima. Ti manca
l’energia, la concentrazione, la volontà di non disperderti.
Di lottare.
Un po’ s’è infiacchita, ha messo ciabatte e vestaglia.
E che ti racconti che i tempi sono diversi, che devi sbatterti
di più per raccogliere meno, molto meno. È vero sì, e te lo ripetono tutti gli
amici che incontri.
Cinquantenni come te. Molti lasciati a casa dalle aziende,
al ritmo di quasi uno ogni due settimane.
Va bene.
Però poi si ritorna, scuotendo il testone, chiedendo scusa, allargando
le braccia. Bisbigliando: “non ce l’ho proprio fatta”.
Ma sì che ce la puoi fare. Sempre ce la puoi fare. Perché è
di questa debolezza che si ciba la tua forza, che poi è la Sua. Quando capisci
che devi confidare. Nessuna altra strada.
E ti pare proprio che ti questi tempi l’unico insegnamento
sul quale il Signore ti plasma, vabbé ti scalpella, ti modella, ti conduce è
quello di Giairo: “non temere, continua solo ad avere fede”.
Si sta lì allora, come tweet sulla TL nell’ora di punta, e
si ritorna. A scrivere. Che ne ho tanto bisogno. E sentire la vostra voce.
Anche distante, ma che c’è. Eccome se c’è.
Bentornato! :-) scrivi che ti passa...
RispondiEliminagrazie! e tu come stai? Tutto bene? Sono stato travolto....
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