Un
paese si vede nelle facce: in qualche modo raccontano la sua storia e il suo
futuro. A Buenos Aires colpisce
una cosa in particolare, per una città del mondo globalizzato e multietnico
come orami sono tutte con rare eccezioni. Che quando cammini per Manhattan come
a Milano, a Parigi come a Lisbona, fai fatica a distinguere quelli che una
volta venivano definiti autoctoni o indigeni dagli immigrati storici da quelli
recenti, così come nella vita è dura distinguere i nativi dagli immigrati
digitali. Perché tutto il sangue si confonde e rimanda ad una unica origine, e
la vita è lì a dimostrartelo. Con infinito umorismo. È che se cammini per i
viali della capitale federale, se ti riposi nelle stradine ammalianti dei barri
più sicuri; se ti siedi sulla piazza di
Maggio, qualche che sia il mese
dell’anno, se riesci a procedere rapido sulla Avenida Florida, una copia che
sta alla Lincoln Road di Miami Beach come le borse cinesi a quelle di Prada,
sfuggendo ai cambiavalute che bramano dollari ed euro, a chi ti vuol vendere
una crociera o un ristorante, ai tangeros che ballano e vogliono attirarti nel
vortice, ai butta dentro delle boutique locali, così simili ai vecchi empori
All’Onestà –quella che oltre ad essere la seconda squadra di basket di Milano
era la nonna di Lidl, Oviesse ed Upim- e ai borseggiatori; se riesci a
concentrarti sui visi, scopri che non ce n’è neppure uno di colore così intenso
da indicare una discendenza africana. Tanti invece i tratti propriamente
latinos, che stanno diluendo fino a farli scomparire quelli dei caucasici, che
forse sarebbe meglio chiamare alpini, dato che sono parenti diretti di italiani
finiti là con le grandi immigrazioni, dalla seconda metà dell’800 in poi.
E
sono visi che non parlano di rassegnazione, magari di rabbia, ma sempre rivolti
al futuro. Con una saudade che pare abbiano assorbito per infusione dai vicini
brasiliani, ma meno triste, più caballera, più carica a trasformare la poesia
in lavoro e questo in serietà.
D'altronde
è figlio di questa terra quello Zanetti che è capitano coi fatti prima che con
la fascia.
Le puntate precedenti
Come tutto ebbe inizio
I viali di Baires
In bicicletta a Baires
I muri di Baires
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