Ho lasciato la patente a casa. Dimenticata. Dentro il soprabito. Lei, mia moglie, mi ha detto “hai preso la carta di identità? Hai preso la tessera sanitaria?” Non m’ha mica detto “hai preso la patente. E io me la sono dimenticata. Capisci che cosa vuol dire?
Che devo mollare il volante. Che non lo faccio mai.
Devi sapere che l’età avanza (per me non per mia moglie sia
chiaro): fatto è che ci sentiamo un po’ meno bene. Io dall’orecchio destro lei
dal sinistro. E in macchina è un disastro. A volte sembriamo Aldo Giovanni e
Giacomo quando fanno i vecchietti.
E lei mi dice: “guido io!” Rispondo “piuttosto compero
un’auto inglese con guida a destra!”.
E adesso mi scarrozza lei perché ho dimenticato la patente.
Mi tocca fare il navigatore. Decodificarle quello che il GPS
suggerisce, perché si sa le donne qualche volta confondono destra e sinistra e
la terza uscita della rotonda sembra un concetto così complesso che la teoria
unificatrice delle forze nucleari al confronto è un gioco da bambini.
Impari a farti portare. A perdere il controllo. A metterti comodo e goderti lo spettacolo, senza poter fare il protagonista.
Anche questo è un regalo del cammino.
Ecco qui tutte le tappe fino ad ora pubblicate
E a seguire
Tredicesima: la croce e il cammino
Quattordicesima: di muscoli e fatica
Quindicesima: la messa del pellegrino
Sedicesima: tutto ricomincia
Resta in contatto!
Io non potrei mai guidare con mio marito al fianco! Mi stresserebbe talmente tanto, riempiendomi di raccomandazioni e consigli non richiesti, che mi farebbe finire nel primo fosso disponibile...:(
RispondiEliminaah ah ah... si fa di necessità virtù! ;-)
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