Il cammino è intessuto di croci. Forse però è il contrario:
è la croce che è avvolta nel cammino. Gli sta dentro. Non ne puoi fare a meno.
Il Cammino è nato per quello. Per capire il significato della Croce.
A Santiago
dentro un ristorante girava il video del percorso. Spezzato in tre
- da Burgos a Leon: el camino de la muerte
·- da Leon a Santiago: el camino de la vida
La croce la trovi ovunque, non solo
quella de Hierro,
famosa, dopo Rabanal, dove lasci il tuo sasso portato da casa, e che ormai si è
impregnato della tua fatica, ti ha aspirato il male, rimesso in sesto la
coscienza, lui che ha congiurato con il cammino, e adesso pesa più del
tesssssoro di Gollum. No.
Ce ne sono ovunque. Scavate dal vento, arrotondate dal
tempo.
Ma quelle che ti impressionano di più le trovi
all’aeroporto. Ultima tappa. Un terzo del percorso. Giri intorno alla pista. E
all’improvviso sono lì, incise nel reticolato, di legno, incastrate, infinite.
Abbiamo messo anche noi la nostra.
Come un gesto di riparazione, di ringraziamento.
Prima di arrivare ti ricordi perché sei partito. E chiedi,
continui a chiedere, che se anche hai già ottenuto non smetterai mai di
chiedere. Per te e per gli altri.
Che già questo è un miracolo del cammino: appena sanno che
ci devi andare o che ci sei stato. Ti chiedono di pregare per loro, per la
famiglia, per il lavoro. Per le sofferenze. Tutti. Anche chi non t’aspetti. E
cammini per loro perché ogni passo fatto così vale l’infinito.
Per questo cammini e preghi, insieme o da solo. Tre rosari
al giorno dicevamo: sentivamo la carezza di Maria, quando facevi fatica e
quando eri allegro.
E lì, lì quasi alla fine, lì a un passo dalla méta, metti la
tua croce. Così chi viene dopo può pregare per te. E non è poco.
Ecco qui tutte le tappe fino ad ora pubblicate
E a seguire
Quattordicesima: di muscoli e fatica
Quindicesima: la messa del pellegrino
Sedicesima: tutto ricomincia
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