Poi torni e ti trovi in aeroporto. E li ti accorgi che non
ci sono meriti acquisiti, che la Grazia non ti sta addosso come un tatuaggio
incancellabile, ma che te la devi custodire e proteggere. Che il dono che hai
ricevuto può essere un odore che lavi via alla prima doccia o un seme da far
crescere e salvaguardare, con piccoli gesti. Sta a te deciderlo.
Perché lì ritrovi l’umanità fatta dei suoi limiti, magari
che lo sono solo per te. E devi decidere se li vuoi disprezzare o accogliere. Per
me l’aeroporto è luogo di sfida e tentazioni e tra tutte la più grande è
proprio questa: superare lo sdegno, quel misto di disgusto per la banalità, l’ignoranza,
la maleducazione, la totale assenza di eleganza. Secondo il tuo metro si
intende, per il quale son tutti coatti.
Vorresti che tutti fossero belli, furbi, svegli, arguti,
ironici, intelligenti, colti, sensibili, attenti, pazienti. Come te. O alla tua
altezza. Così li potresti amare.
Quindi dimmi: in fin dei conti vorresti soltanto amare te
stesso clonato negli altri!
Comodo così.
Sporcati il cuore, amando persone vere, come gli altri amano
te nonostante i tuoi limiti!
Ecco. Lì capisci che puoi fare la differenza se vuoi, se lo
scegli.
E il Cammino, che poi è la voce di Dio,è messaggio,
profezia, sussurro, allora può fare effetto e continuare a tenerti sul suo
sentiero, che poi la vita è continuo cammino, viaggio, ti fermi solo per cedere,
per farti schiantare della tentazioni.
“Noi siam peregrin come voi siete” (Purgatorio II 63)
inesperti “d’esto loco” che è la vita se non ci facciamo guidare.
Il cammino me ne ha impartite molte di lezioni che ho il
piacere di condividere con voi, se lo volete, partendo proprio da qui, dal dono
più grande, più intenso, più utile. Più profondo. Da non dimenticare mai.
Dal quale voglio cominciare.
La lezione delle frecce. Sono ovunque. E ti segnano la
strada.
Sono fatte di sassi: ecco le piccole cose di tutti i giorni
che solo se messe insieme, connesse, ti dicono la strada, ti guidano, devi fare
lo sforzo di trovarle e collegarle tra di loro per capire il senso, capire la
direzione.
Sono nascoste tra altri segnali, li devi trovare: devi stare
attento, non perdere la concentrazione, l’attenzione: mistico nella realtà di
tutti i giorni. Attento a trovare quello che cerchi, senza distrarti, lasciarti
andare.
Sono tracciate da mani di chi non ti ha mai conosciuto, non
sa chi sei, non sa a chi serviranno. Eppure lo ha fatto. E adesso servono a te.
Semi sparsi con generosità che proprio adesso, per me, fioriscono. E che anche io devo spargere per altri.
Eccoci all’inizio della strada: chi viene con noi?
ed ovviamente io vengo con voi :-)
RispondiEliminagrazie Paolo è proprio quello che speravo.
RispondiEliminaEcco perchè, arrivato a un certo punto della vita, viene voglia di mettersi in Cammino....
RispondiEliminaSì, questo è il vero spirito del pellegrinaggio. In ritardo ma vengo anche io (per le cose del Cielo l'orologio è capace anche di tornare indietro).
RispondiElimina(61angeloextralarge)