Un
nome tre personaggi. Questa l’idea che plasma la prima avventura letteraria di
Claudio Gnoffo, scrittore palermitano con tanta voglia di successo. Non un
successo però svincolato da un significato, dalla voglia di trasmettere un
valore. Tre storie, un solo nome, ed un nome anche impegnativo: Angela. Un nome
che è un programma quindi. Un libro affascinante, presentato in
questo video, che ci guida alla scoperta di un modo diverso Di affrontare
la vita. Facciamoci guidare da Claudio per comprendere meglio che cosa ha
voluto raccontarci.
a) Da dove nasce l'idea del tuo romanzo?
Mi ha sempre affascinato il tema degli alter
ego, delle molteplici identità, e delle storie diverse che s’intrecciano sullo
stesso piano. Inoltre, m’intrigava la possibilità di mostrare come uno
scrittore possa proiettarsi nella propria creatura, quello che fa Angela, la
protagonista. Diciamo che mi sono sentito un po’ come quei prestigiatori che
svelano un paio di trucchetti del mestiere. E ne ho approfittato per raccontare
un grande dramma interiore, la tragedia personale della protagonista, che può
essere la stessa di mia figlia, mia sorella, la mia migliore amica, la mia
compagna di banco. Spero che i lettori si rendano conto di questo: Angela può
essere la persona che abbiamo accanto e non vediamo.
b) Qual è il filo che lega le tre storie?
Il filo principale è proprio lei, la
protagonista, il cui nome si rincorre durante le tre parti: “Angel S.”, “Angela
Radcliffe”, “Angela Giannini”. Più il tema della persecuzione e della fuga, del
lotta contro il male che corrompe il mondo, rappresentato in modi diversi a
seconda della parte del romanzo.
c) Angela, come mai questo nome?
Tutto è nato dalla protagonista della seconda
parte, “Angela Radcliffe”. Volevo un nome femminile italiano accanto a un
cognome anglofono, ma che ci stesse bene, che fosse eufonico. Familiare, comune
persino, ma che suonasse speciale allo stesso tempo. “Angela Racliffe” mi è
parso una bella unione di contrasti: italiano e straniero, nostrano ed
esterofilo, quotidiano e inconsueto. Un nome da eroina, ma anche da vicina di
casa. Ho pensato che questo nome rendesse bene, rimanesse impresso, e da qui ho
dovuto scegliere varianti di “Angela” per gli altri due protagonisti.
d) Che compito pensi abbia la letteratura oggi?
Credo lo stesso di sempre, cioè raccontare a
noi di noi stessi. In fondo lo scrittore è un mediatore, di qualunque genere letterario
si occupi. Tolkien, ad esempio, ha descritto in modo mirabile la lotta tra bene
e male che c’è sempre dentro ognuno di noi, e lo ha fatto in un modo narrativo
così bello che è rimasto impresso a milioni di persone. Quanti sarebbe riusciti
a rendere chiara l’idea di tentazione a milioni di persone come ha fatto lui? E
così anche Tolstoj, Dostoevskij. Rendono chiaro e “commestibile” a tutti
qualcosa che, magari, un po’ tutti viviamo e pensiamo, ma che non ci è ben
chiaro. Al di là dei classici, faccio un esempio un po’ più banale: Dan Brown.
Lui ha sdoganato l’idea che la Chiesa Cattolica sia un’associazione a
delinquere che cela verità scomode. Lo si pensava già da tempo, ma lui lo ha
reso in modo talmente visivo e chiaro che oggi nella mente questo concetto ci è
noto e familiare, più che mai. Dan Brown ha svelato, a noi, un nostro tetro pensiero
riguardo la Chiesa, qualcosa con cui i cattolici, io per primo, si sono dovuti
confrontare, in quel 2006-2007 in cui il romanzo sfondò. Io, per reazione,
creai un romanzo dal titolo “L’Ultimo Giullare di Dio” di cui spero, un giorno,
di raccontarti. Un altro esempio è ciò che ha fatto la Rowling col concetto di
adolescente che, attraverso prove pesanti, trova il proprio eroismo nel
realizzare la propria vita: il romanzo di formazione c’era già da secoli, ma
lei gli ha dato una consapevolezza nuova e più potente. La letteratura, il
mondo della narrazione tutta, ha questo potere, grazie alle emozioni che
suscita: la parabola del figliol prodigo, proprio per le emozioni che suscita e
per l’immedesimazione, è più potente di quanto un qualsiasi trattato di
pedagogia sarà mai. Io spero di aver reso esplicito, chiaro e “commestibile”
quanto il mondo della fantasia possa essere un rifugio per chi si porta dentro
sofferenze grandi, e come dietro a un potere creativo possano celarsi dolori
nascosti. E forse questo potere della letteratura è necessario oggi più che
mai, perché viviamo in tempi confusi e rabbiosi. Del resto, lo vedi anche nel
modo in cui i media manipolano le informazioni: l’arte di saper raccontare
conferisce grande potere.
e)
Nel
mondo del web c'è ancora voglia di leggere? perché?
Io
credo di sì, sia perché questo bisogno c’è sempre stato, sia perché, oggi molto
più che in passato, si sente un bisogno di alienarsi, di andare a rifugiarsi (e
arroccarsi) in un mondo altro, diverso, anche se per pochi minuti. Conosco
molte persone che per sfuggire alla tristezza di una vita pesante corrono ad
abbracciare Harry Potter e Doctor Who che, dentro di loro, sono amici che danno
senso alle loro sofferenze. La prova è nel trionfo che oggi vivono i nerd: i
cosplay, le serie tv, i videogiochi, i film tratti dai romanzi… oggi più che
mai si sente il bisogno straziante di ritagliarsi un mondo fantastico dentro il
nostro mondo reale, e la lettura è e rimarrà sempre il medium privilegiato per
questo. Il problema è che oggi la lettura è relegata a un àmbito molto veloce,
rapido, saettante. Io, da scrittore, non nego che ho problemi a far mio questo
ritmo, per farmi conoscere.
f)
Come
pensi di promuovere il tuo libro in rete?
Eh…
bella domanda. Magari avessi una risposta sola! La parola-chiave è sempre
quella, “passa parola”. Come realizzare tale passa-parola… ci sono diversi
modi. Intanto, mi sono creato un’identità sul web, attraverso “State of Mind”,
la mia pagina che è sia su Facebook (bellissima
la pagina State of Mind ndr) che su Twitter,
Tumblr e Instagram. Uso le
diramazioni di questa pagina in modi diversi, a seconda del social: uso facebook
per mettervi tutto ciò che mi passa per la testa, tra cui un blog di recente
creazione, di cui ho scritto le prime due note; uso Twitter per interagire con
altri scrittori e varie realtà letterarie; Tumblr per i disegni artistici, e Instagram
per le foto che mi ritraggono in momenti “letterari” e in attimi più leggeri. Tutte
cose che ho imparato man mano, con la pratica: fino allo scorso settembre, ero
ignorante di tutto ciò. Ovviamente, in tutti questi social, parlo del mio
romanzo e dei piccoli grandi successi che (con mia sorpresa, non lo nascondo)
sta avendo. Questo romanzo è solo una parte di un universo narrativo molto più vasto
che, col tempo, spero di far conoscere nella sua interezza: ne fa parte anche
quel “L’Ultimo Giullare di Dio” cui accennavo prima. Interagisco molto coi
lettori e anche con coloro che, pur non avendo letto il romanzo, seguono con
interesse la pagina: apprezzano le mie iniziative, specialmente i selfie detti
“facce da Gnoffo”. In verità pochi se ne fanno, ho constatato una certa
timidezza, ma piacciono a tutti e sono una delle cose più visualizzate della
pagina. Spero a poco a poco, col tempo, di far crescere questo passaparola,
mentre, sul piano della “realtà concreta” per dire così, curo il rapporto coi
miei lettori e la distribuzione: oltre a varie presentazioni sto approntando la
reperibilità nelle librerie, così che la gente possa andare a una Mondadori o a
una Feltrinelli e ordinare il mio libro. Un sacco di lettori me lo hanno
chiesto e ciò mi ha fatto incredibilmente piacere. Pochissimi invece hanno
acquistato ebook… il cartaceo rimane insuperato. L’odore, la familiarità, il
senso di possesso… ho compreso che nulla lo può sostituire.
E chi
è Claudio Gnoffo?
Nato a Palermo il 21 gennaio 1987, ho sempre avvertito in
me fortissima la passione per la narrazione, in ogni forma. Sono laureato con
un Master di II Livello in Neuroscienze e Alta Formazione Docente di Lingua
Straniera, lavoro come ghostwriter e scrivo per diverse testate online tra cui
“Il Bandolo” e “LaLaPa”, per il quale ho realizzato diverse vignette. Ho
diversi romanzi nel cassetto, di cui mi decido a pubblicare, nel settembre
2015, “Le Straordinarie Vite di Angela”, che si è piazzato finalista, tra 2500
opere, nel concorso “Il Mio Esordio 2015” del sito ilmiolibro.it
Mentre continuo il mio lavoro come ghostwriter, cerco di
farmi conoscere sempre più come Autore, tanto di romanzi quanto di poesie e
vignette.
Ps. Amo moltissimo i gatti e le lasagne, e sono veramente
timido.