Quand’è che abbiamo perso
la voglia di avventura, la voglia di frontiera? Quand’è che abbiamo sostituito
la speranza con la comodità, il ventre pieno, l’assenza di moto? Che peraltro
ci hanno ingannato, perché questa calma piatta, questa fine della storia, non
esiste, è menzogna: una volta fattici stendere sul divano, spenta ogni voglia
di crescere, ci hanno prosciugato, gettato nell’aridità. E siamo rimasti
prigionieri del divertimento, questo folle distogliere lo sguardo dalla vita
per piombare nella sfrenata prigionia dei sensi.
Anche l’amore hanno violentato,
privandolo dei suoi lati migliori. Non più un’avventura alla conquista della
felicità, da raggiungere insieme, camminando passo dopo passo nella frontiera,
ma un prodotto da banco, un inscatolato da supermercato, con tutto scritto
anche la data di scadenza.
Trovo su Sette l'ennesimo
test di compatibilità per coppie, questa volta alcolica: dimmi cosa bevi e ti
dirò se sei compatibile con me.
E mi prende un dubbio:
cercare a tutti costi chi fa esattamente per noi non è forse nuovamente un
segno di egoismo disperato? Non vogliamo rischiare, né comprendere che amare è
cambiare insieme per essere sempre più uno. Non esserlo in partenza.
Vogliamo trovare l’amore
precostituito invece che costruirlo: nell’epoca in cu anche i mobili vanno
assemblati pretendiamo che l’amore ci sia garantito prima, da contratto.
Abbiamo dimenticato che amare vuol dire donarsi per migliorare insieme, per
cambiarsi insieme, per insieme superare le asperità e diventare pienamente
umani, l’uno per l’altra.
Vogliamo tutto subito. E
garantito.
Con questo presupposto è la
fine che è garantita. A breve. Basta sbagliare ad ordinare un cocktail.
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