Mi piace provocare. Lo sanno bene i miei 24 lettori. Così
qualche giorno fa su face book ho postato questa frase: “La differenza di interpretazione tra sesso e amore mi pare essere causa
di molti problemi di coppia. Per le donne le due cose sono generalmente
inscindibili, per gli uomini per lo più distinte e la prima molto simile ad un
appetito”.
Non volevo ovviamente fornire un alibi agli uomini
specialmente agli infedeli. Tutt’altro.
C’è che mi accorgo che spesso molti dolori sono causati
dalla mancata comprensione delle differenze nel guardare alla vita.
Per la donna, che vive soprattutto di sentimento nel senso
più nobile del termine, amore e sesso sono due facce della medesima medaglia.
Inscindibili. Per lo più si intende. Mi dono perché ti amo.
Per l’uomo, che è spesso trascinato dagli istinti, non è
così. Non secondo natura, senza voler generalizzare si intende.
Il sesso è spesso solo appetito, sfogo, affermazione. È
ricerca di potere, riconoscimento, autostima, auto soddisfazione. Senza amore.
È gesto crudo. Da bestia.
Così però tutto resta vuoto e destinato a generare dolore.
Bisogna salire di livello per superare questa frattura.
Capire che l’amore non è per me, ma per te. Anzi per noi. È
una dimensione diversa che attira tutto a sé per donare. Tutto. È negare se
stessi. Per ritrovarsi insieme. Per sempre.
Non si può amare così se non per sempre.
Se restiamo nella sfera dell’io dominante, dell’amore per
me, per trovare soddisfazioni, allora tutto è dolore. Dal tradimento fatto per
gioco, per sfogo, fino all’omicidio. Perché non trova in sé il senso che faccia
trattenere il male.
Ce la faremo a capirlo e a viverlo?
Grazie Paolo delle tue belle parole. Purtroppo, come ben sai, sono pochi gli uomini e ahimè cominciano a diventare poche anche le donne, che vivono l'amore in riferimento a quello fisico come un gesto che fa"noi" e non "io".
RispondiEliminaPer inciso, spero che la tua prof di italiano al Beccaria abbia saputo apprezzare il tuo bell'uso della nostra splendida lingua.
Con manzoniano riferimento, sappi che io faccio parte della folta schiera dei tuoi 24 lettori.
Ciao
Valeria
carissima, la Mongelli prima e il Robecchi poi non erano del tuo stesso parere, anche perché forse non avevo ancora tirato fuori (o non mi avevano tirato fuori) il gusto per la scrittura e la ricerca, a volte un po' manieristica, della parola.
RispondiEliminaPer la verità se ti ricordi, all'epoca ero abbastanza nerd e solo quella santa donna di mia moglie ha visto quello che poteva farmi diventare e ha investito su di noi. E ha tirato fuori anche la voglia di scrivere e farlo bene. Ci sono state lezioni, letture, tentativi, frustrazioni, ma devo dire che a 53 anni posso affermare che la mia scrittura si fa leggere volentieri... ;-) Questo sempre per l'attacco di autostima che la calura estiva non mi aiuta a soffocare....