C’è entrato dentro come un
cavallo di Troia colorato: prima soave e inoffensivo, poi via via invadente, infine ha preso possesso di noi. Come
i Visitors, come un nemico che non ti distrugger, ti affascina, ti arruola
senza quasi che tu te ne renda conto. Per osmosi.
E adesso se ne sta lì, in
trono: l’Io. Che tutto giudica e tutto decide e tutto inquina. Siamo diventati
misura del mondo, e poiché per quanto si faccia per annichilire anche quelle
sfumature che ci differenziano, costringendoci a essere tutti uguali pur se
ipnotizzati a pensare di essere ognuno originale a modo suo, la natura la vince
sempre e conserva –magari solo nei dettagli- diversità di vita, finiamo per non
capirci più.
La nuova Babele non è fatta
di lingue confuse, ma di valori non sovrapponibili.
Te ne rendi conto nel
frequentare i social media, che hai un bel dire sono solo un gioco. Macché!
Sono lo specchio dell’anima, non filtrata da quel briciolo di convenzioni
sociali ancora sopravvissute a difendere le relazioni. Perché è proprio nella
spontaneità che c’è la morte della libertà, mica nelle regole. Ma questo, che è
tutto un altro discorso, vallo a far capire a coloro che predicano l’immediatezza
come stile di vita, come espressione del vero sé. Vaglio a dire a quelli che
proclamano che l’uomo vero è solo quello che segue l’istinto.
Torniamo a noi: questo Io
ormai diventa metro di tutto e, senza che ce ne accorgiamo, distorce ogni cosa costringendoci
ad interpretare la realtà come se noi ne fossimo centro e guida.
Che cosa vuol dire? Lo
scopriremo la prossima volta. (Così vi costringo a leggere il prossimo post)
Nota a proposito
dell’istinto come maestro di vita.
E’curioso notare
come le persone che a proposito di violenze impongono comportamenti
irreprensibili basati su una forte volontà per giustificare una moda che più
che provocante è provocatoria, sono spesso le stesse che poi sostengono a gran
voce che si debba fare quello che piace, lasciarsi guidare dagli istinti e dai
sentimenti, agire contro il dovere a favore del piacere o di ciò che si sente.
Mi sembra per lo meno incoerente se non contraddittorio. E del tutto ignorante
di che cosa sia la persona e come agisca.
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