C’è una cosa tra le tante che rende la rete davvero simile
alla vita comune ed è come il mare: cose che vengono a galla, restano in
superficie per un po’, poi si inabissano di nuovo forse per sempre. Ed è un po’
come la memoria, perché questa è la vita, che se il cuore vorrebbe stringere
tutti e insieme, non ce la fa e può solo selezionare. E per evitarti dolori
allora le persone ti accompagnano per un tratto, poi ti giri e non ci sono più,
lasciano la scia, ma se ne sono andati. Così è la rete. Pagine e persone dietro
quelle pagine che ti hanno stupito ed emozionato e preso il cuore, che poi
evaporano: non trovi più il link, Google ti confonde, si sono perse nello
scorrere perentorio e impetuoso della time line o della bacheca di Facebook e
ne rimano solo un brandello, un’immagine, impegliata da qualche parte del cuore
o della mente.
Tutto scorre. Ma senza malizia, semmai con il vigore del
“flagello di Dio” quello Scorttila re degli Anni, che dove passa non cresce più
l’erba del ricordo. O forse no. Perché il cuore sa far rinascere anche dopo ere
un ramoscello bianco, quello dell’albero di Gondor, che tutto riconduce a se.
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