Sentimentalmente scosso dal clima natalizio, commettendo in
realtà un grave errore, sentendo spignattare in cucina, mi alzo dal divano dove
stavo leggendo calmo e isolato, e candidamente chiedo a mia moglie “posso fare
qualche cosa per te?”.
Ne ottengo, dopo un primo consueto rifiuto e una mia nuova
offerta (i passi del minuetto di coppia, le mosse classiche di una apertura di
scacchi consolidata: sai che vanno fatti per arrivare al momento vero in cui si
comincia la vera partita), un elenco di compiti da svolgere decisamente
superiore a quanto una mente maschile, pure allenata e agile come la mia, possa
memorizzare e soprattutto comprendere.
Ovviamente la richiesta implica che i suddetti compiti,
oltre la metà dei quali richiederebbero istruzioni più dettagliata ed
esecutive, una procedura almeno da seguire o se non altri un riferimento a
qualche normativa ISO, vanno svolti nel giro del 120 secondi a seguire e con
perfezione paragonabile a quella che, nello svolgere i menzionati incarichi,
raggiungerebbe la consorte.
Ecco che cosa capita a non dare retta a quel sano egoismo
che è autodifesa…
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