C’è un fascino nella tecnologia
che seduce tutti gli uomini. Va bene, quasi tutti. E un numero ridotto di donne.
Ma un conto è usare della tecnologia, un conto è esserne attratti. Ora è vero
che anche al solo livello di utilizzatore la popolazione maschile è decisamente
preponderante. Non sono molte le donne che affrontano la tecnologia con la
stessa grinta con la quale affrontano un uomo. Probabilmente solo le più giovani. Ferme, ferme: non è una
dichiarazione di guerra. Neppure una battuta di spirito. E’ questione di
imprinting. Per tutti coloro che sono nati dopo la nascita di Internet e del
telefono cellulare, è impossibile non sapere fare uso di strumenti che stanno a
questa generazione come alla mia , alla mia si intende e forse a quella di
alcuni lettori, ma in modo assoluto NON a quella delle signore lettrici, i
tappi a corona e le biglie di vetro. Ma restarne sedotti è altra cosa.
Per contro c’è una sorta di
rifiuto nelle signore a diventare completamente padrone di qusti mezzi. Capita
così che la mia ammirevole metà mi cerchi ad orari più impensati per ricordarle
una sequenza di tasti sul Mac, guidarla in una operazione sul videoregistratore
o che chieda aiuto alle figlie per modificare la suoneria sul cellulare.
Ora da una donna come lei che
padroneggia senza alcuna
esitazione una della apparecchiature più complesse al mondo, la lavatrice, uno
non si aspetta questo analfabetismo tecnologico. Sebbene sia roso dal dubbio che ci sia un disinteresse
personale alla base di questo disagio, mi sono fatto una idea differente. Che
tutto questo vi convenga.
Già perché noi uomini siamo
attratti da questa innovazione delle nostre vite: passiamo la stessa quantità
di tempo che voi trascorrete di fronte ad una boutique a contemplare negli
azzurri e diafani negozia degli aeroporti le sfilate di nuovi computer, gli
scaffali di hard disk esterni, saltelliamo senza riuscire a deciderci di fronte
alla provocazione di nuovi telefonini multifunzione,provando persino un
profondo desiderio di acquistare una chiavetta da 32 Giga come se fosse la
conquista di una impossibile amante. Per cadere in un deliquio che fa perdere
coscienza e serietà quando ci capita di entrare in un Apple Store .
Io non ho viste di cose che noi
uomini possiamo solo provarne vergogna: provare passione per un panno triplice
uso per computer, ridurre la salivazione per il nuovo Mouse Mac che riproduce
il Pad simulando anche lo scorrimento, scambiarsi compulsivamente applicazioni
gratuite per iPhone, specialmente quelle che non verranno mai utilizzate.
Travolti da queste ventate di
passione vera, finiamo per venire distolti da tentazioni antiche e cadiamo tra
le braccia di questa amante che non tradisce, se non di rado (quando ti crasha
l’hard disk o ti si impianta il telefonino), e che soddisfa la più profonda
delle brame maschili: tornare bambino.
Sono sicuro che voi signore,
profonde conoscitrici dell’animo e dotate di grande intuizione, aveva capito
tutto questo fin dl primo albore della tecnologia e con grande magnanimità, e
con una strizzata d’occhio all’utilità, ci avete lasciato via libera
ritirandovi non perché non avreste potuto impossessarvi anche di questo, ma per
lasciarci l’illusione della trasgressione.
Non solo: c’è un pizzico di malizia tutta femminile
in questo. L’uomo che oggi non apre più la portiera alla compagna, che non si
alza in piedi all’ingresso in stanza di una signora, che non le cede il passo
alle porte, come potrebbe resistere ad una donna che con arrendevolezza gli
chiede: “scusi, mi si è bloccato il cellulare, puoi aiutarmi?”.
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