Prossimo post mercoledì 16 maggio
Franca soffre di pesantezza di
gambe. Mi dice delle recenti sofferenze. Il caldo le accentua. E qui scatta la
mascolinità. Hai fatto? Hai chiamato? Hai provato? Lei paziente abbozza e
ascolta e risponde. Poi siccome gli angeli sono sempre in agguato, mi capita in
mano un libro sulle differenze tra donne e uomini. Apro a caso e leggo che i
marziani, cioè gli uomini, sono molto egocentrici ed autoreferenziali e
detestano chiedere aiuto agli altri per fare qualche cosa che dovrebbero essere
in grado di fare da soli. Che ci si aspetta sappiano fare da soli. Come trovare
la strada ad esempio. Piuttosto che chiedere ad un passante un aiuto siamo
capaci di girare per ore alla ricerca della destinazione che il navigatore ci
nega.
E che quindi, i marziani,
torniamo a loro, si rivolgono ad altri per chiedere un aiuto, un consiglio,
solo se considerano l’interlocutore un esperto. L’uomo chiede riferendosi a chi
ritengono ne sappia più di loro di….informatica, tapparelle, impianti
elettrici, automobili.
E questa cosa qui è importante
per entrambi gli uomini: perché è un riconoscimento. E’ gesto di rispetto. Io
ti riconosco superiore a me in questo campo. Ed io, che mi sento onorato, mi
sforzo di trovare la soluzione migliore. Funziona così. E per non perdere la
faccia non vengo a chiederti aiuto. No. Ti espongo il problema. E ti chiedo una
soluzione.
Ci fate caso? Si inizia sempre
così: “tu che cosa faresti se…? Perché la situazione è questa….”.
Si espone un problema. E si cerca
una soluzione. E’ nel nostro DNA. E’ meccanico. E’ semplice. Lineare.
Finché non si incrocia una
venusiana. La quale, secondo il libro e la vita, ama condividere, ama avvolgere
nei propri pensieri gli altri. E lo fa: ti racconto un problema perché così ti
rendo partecipe dei miei sentimenti, mi sento ascoltata, mi sento capita.
Amata. E devi solo ascoltare, annuire, al massimo fare una domanda, semplice,
gentile: “e tu che cosa hai fatto?”. Perché io ho già fatto, ho già trovato la
soluzione, ho già risolto tutto. Te lo racconto solo perché è un modo carino per
stare assieme, per essere più uniti.
Capite che il problema è quando i
due pianeti si incrociano.
E capite che la soluzione è che,
come sempre, abbiate una gran pazienza con noi marziani.
p.s. ma uno spettacolo basato su
queste situazioni di tutti i giorni, sui linguaggi dell’amore, con commenti di
video, battute e riflessioni lo verreste a vedere?
Perché tu lo stai mettendo in scena? Io sì, ci verrei... Ma se siamo tanto diversi tanto che proveniamo da pianeti diversi, non abbiamo speranza di capirci mai fino in fondo! E' veramente dura! :-)
RispondiEliminaNon ce l'ho pronto lo spettacolo ma ci sto pensando, e nel caso: si va in tournéé.... grazie Violet!
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