prossimo post giovedì 3 maggio
No, non è quella di Arisa, e neppure quella di Cocciante. Piuttosto un modo di fare che oggi sta diventando antipatico, e non perché sferza i malvagi o castiga i costumi deridendoli.
Ora sembra che dire sempre quello che si pensa sia una dimostrazione di onesta totale e che trattenere il pensiero invece sia sintomo di ipocrisia, di malizia, di disonestà (intellettuale).
Ora sembra che dire sempre quello che si pensa sia una dimostrazione di onesta totale e che trattenere il pensiero invece sia sintomo di ipocrisia, di malizia, di disonestà (intellettuale).
Ad esempio potrei dire che ci sono rimasto male per le poche visite a questo post sugli incroci della vita a cui tenevo molto. ma è di ben peggio che parlo.
Così nei blog c’è sempre quello che entra a gamba tesa e poi sostiene che è la sua franchezza ad essere messa in discussione, perché dice proprio quello che pensa e nel preciso momento in cui lo pensa.
Ah sì? Spontaneo. Immediato.
Animale.
No, non nel senso di offesa, nel senso di appartenente al mondo della fauna. Che –e qui non vorrei scatenare una nuova rissa- è diverso da quello umano.
Noi c’abbiamo (ma sì, ridondiamo con il “ci” pleonastico) la ragione che deve mediate (quindi: nessuna immediatezza please) e cercare di connettere causa ed effetto.
E’ proprio necessario dire quello che penso adesso?
Non è che magari è meglio che cerchi di capire, che mi schiarisca le idee, che magari faccia qualche domanda per approfondire, per allineare la comprensione?
Che
se poi resto della mia idea e non devo chiedere scusa, cosa che il più delle
volte non faccio per non rimetterci la faccia, devo anche decide che cosa c’è
di buono nel dire quello che penso. E’ d’aiuto o è solo uno sfogo?
Perché se è solo uno sfogo…sarà forse onesto, ma è anche violento e maleducato. O no?
C’è che abbiamo un così grande senso di noi, una autostima così forte, un ego cos’ auto referenziato e centrico (ego-centrico) che crediamo che le nostre affermazioni meritino di essere ascoltate proprio perché nostre.
Punto.
Proprio come questo mio post.
Ops!
Quanto hai ragione. Ma oggi veniamo allevati con il mito dello spontaneismo come "Bene" derivato anche da un malinteso rispetto per la natura. Tolto un "Bene" fuori di noi ci resta da adorare e servire quel Suo riflesso sbiadito che siamo noi e i nostri istinti.
RispondiEliminaUn altro dei maligni trucchi del demonio.
RispondiEliminaSe ne parlava ieri qui... http://costanzamiriano.wordpress.com/2012/04/30/la-dittatura-della-trasparenza-parte-prima/ (mio commento delle 17:26 che comincia così: Trovo sempre più irritante questa tiritera dell’empirismo: se non hai provato una cosa impossibile parlarne specie se male.) con ben più dotti e saggi autori di quanto non sia io...
La tentazione è forte. Quella di essere spontanei e confondere la spontaneità con la franchezza, la sincerità e non invece accorgersi che è solo istintività.
RispondiEliminaBen dici Paolo e quella tua auto-ironia finale, salva tutto il tuo post.