Scrosci di blog: replay
“Str*** come sua madre”: no, non è una offesa, anzi un
sottile complimento. E non l’ho inventato io, ma Chiara e mia moglie insieme.
Ed è diventata una frase liberatoria.
Ecco come è andata.
Ho bucato. No, non nel senso che anche io mi sono convertito
alla lavatrice, ma in quello che ho forato una gomma. Anzi squarciata.
Mezzogiorno di buco.
E lemme lemme me ne sono andato dal gommista. Sì perché per
una serie di circostanze l’auto non ha la gomma di scorta.
Telefono alla figlia che doveva rientrare a casa per
chiedere un passaggio. Escluso. Beh però magari mi potete portare di nuovo dal
gommista quando devo andare a ritirarla nel pomeriggio.
Mah, vedremo. Mi dicono. Chiamo il figlio. Lui si rende
disponibile. Più che pietà filiale credo solidarietà maschile.
Poi richiama mia moglie, che nel frattempo era insieme alla
figlia. Ridono. Mi dicono che
hanno avuto una idea. Che siccome avevo espresso il desiderio di andare a
correre, potrei unire l’utile al dilettevole e andare di corsa dal gommista.
Ridono ancora.
E aggiungono che Chiara ha anticipato quello che sarebbe
stato il mio commento : “Str*** come sua madre” appunto.
Che non è affatto vero. Ho riso anche io.
Ma da allora quella espressione è entrata nel lessico
famigliare. Senza gli asterischi.
E ci è tornata in mente quella famosa mattina che ho accompagnato
Letizia a Malpensa. Perché non appena messo le ruote sulla strada (integre e
gonfie) ha iniziato a chiedermi perché facevo quel percorso e non un altro, e
come mai avevo scelto quella opzione.
Che qui ci stava bene. L'epiteto intendo.
E per la precisione la mia brillante e bella signora non
merita affatto neanche l’ombra di simili appellativi, sia bene inteso, ma solo
complimenti e affettuosi ringraziamenti.
da 61Angeloextralarge:
RispondiEliminaAhahahahahah! :-D
I enjoyed reading your posst
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