22 gennaio 2009
Ieri ho avuto la fortuna di essere presente alla giornata che il Faes ha dedicato al lancio della campagna di comunicazione del suo progetto scolastico. Non solo, ma ho anche avuto l’occasione di prendere la parola nell’evento serale per illustrare il collegamento tra i messaggi della campagna, magistralmente realizzati da Skeda.com, e la realtà. Il che per uno che combatte quotidianamente con la propria vanità è una tagliente opportunità. E se sono riuscito a mascherare –almeno spero- l’orgoglio per quasi tutta la serata, come sempre non ho ceduto una volta chiusa la porta di casa chiedendo a mia moglie come me l’ero cavata. Qui si vede la saggezza, oltre che l’amore, di una moglie, e della mia in particolare, perché riesce con una irraggiungibile miscela di affetto e ironia, ad accarezzarmi e strigliarmi al tempo stesso. Che è esattamente quello che mi serve per non cadere nell’autocontemplazione. Non ripiegarmi su me stesso, grazie ai pacati e pizzicanti commenti coniugali, mi ha permesso di riscoprire un sentimento che mi ero tenuto dentro per tutta la giornata, nato nell’ascoltare i preziosi relatori della conferenza stampa di mezzogiorno come i ragazzi nel pomeriggio e soprattutto nel vedere il filmato istituzionale proiettato sul grande schermo: la commozione. Che non bisogna aver vergogna di esplicitare. Sì, mi sono commosso, nel vedere il cuore di tante persone, che commetteranno anche errori, ma per passione. Perché c’è errore ed errore: la differenza non è certo nelle conseguenze, che producono sempre sofferenza di intensità variabile, quanto nella causa. L’errore prodotto dalla buona fede merita misericordia e soprattutto merita una correzione speciale: perché la sua anima è salva, il suo cuore è azzurro.
Ieri ho avuto la fortuna di essere presente alla giornata che il Faes ha dedicato al lancio della campagna di comunicazione del suo progetto scolastico. Non solo, ma ho anche avuto l’occasione di prendere la parola nell’evento serale per illustrare il collegamento tra i messaggi della campagna, magistralmente realizzati da Skeda.com, e la realtà. Il che per uno che combatte quotidianamente con la propria vanità è una tagliente opportunità. E se sono riuscito a mascherare –almeno spero- l’orgoglio per quasi tutta la serata, come sempre non ho ceduto una volta chiusa la porta di casa chiedendo a mia moglie come me l’ero cavata. Qui si vede la saggezza, oltre che l’amore, di una moglie, e della mia in particolare, perché riesce con una irraggiungibile miscela di affetto e ironia, ad accarezzarmi e strigliarmi al tempo stesso. Che è esattamente quello che mi serve per non cadere nell’autocontemplazione. Non ripiegarmi su me stesso, grazie ai pacati e pizzicanti commenti coniugali, mi ha permesso di riscoprire un sentimento che mi ero tenuto dentro per tutta la giornata, nato nell’ascoltare i preziosi relatori della conferenza stampa di mezzogiorno come i ragazzi nel pomeriggio e soprattutto nel vedere il filmato istituzionale proiettato sul grande schermo: la commozione. Che non bisogna aver vergogna di esplicitare. Sì, mi sono commosso, nel vedere il cuore di tante persone, che commetteranno anche errori, ma per passione. Perché c’è errore ed errore: la differenza non è certo nelle conseguenze, che producono sempre sofferenza di intensità variabile, quanto nella causa. L’errore prodotto dalla buona fede merita misericordia e soprattutto merita una correzione speciale: perché la sua anima è salva, il suo cuore è azzurro.
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