L’amore
si misura anche in chilometri. Quelli fatti insieme. Noi: tanti.
Dapprima
in Italia, poi l’arrivo di Andrea, esattamente 345 giorni dopo il matrimonio ci
ha un po’ rallentato, ma neanche tanto.
Toscana,
Emilia, Alto Adige, Puglia, Basilicata: percorse tutte lungo autostrade che
finivamo per conoscere metro per metro, area di servizio per area di servizio.
Poi,
cresciuti i figli, l’estero e i grandi viaggi. Soprattutto gli States. In auto
da Boston al confine con il Canada al nord, a Burligton. Poi invece giù, dopo
una sosta a Cape Codd, fino alla Grande Mela. E una pennellata nei dintorni di
Frisco. Per tornare su questa costa con Miami fino a Key West, e di nuovo da
Washington a New York.
Senza
dimenticare il sud della Francia, la Spagna, e ancora l’Italia.
C’è
quando ci si ama è bello viaggiare insieme: perché stare chiusi nel medesimo
abitacolo per ore da un lato presume l’amore, dall’altro lo rafforza. E genera
quelle abitudini che scendono nel cuore perché diventano gesti d’affetto.
Va
bene, i figli maliziosi dicono che io ho problemi acustici all’orecchio destro
e Franca al sinistro proprio perché così in auto non ci ascoltiamo! Non è vero.
Ho anche proposto di acquistare un’auto britannica con guida a destra per
risolvere il problema, che di mollare il volante non se ne parla…
Così
insieme si sta anche in silenzio, poi si prega (quanti rosari!), poi si litiga
un pochino (ad esempio sulla temperatura e l’uso del
condizionamento/riscaldamento o sulla radio), ma per gioco, e poi si ragiona e
poi si canta e poi si dorme (non tutti e due insieme) e si guarda il panorama,
e si parla di nuovo e si mangia, si beve, si discute, si impreca (eh no, le
cartine proprio non sapete leggerle signore mie), si brontola, e si ride.
Soprattutto si ride. Insieme. Di noi. Un grande dono di mia moglie è l’avere
una infinita ironia che gioca spesso su di sé, di noi, di me.
In
auto insieme. Anche ora. Nel giro in senso orario della Florida del Sud: Miami,
Everglades, Naples, Venice, Tampa, Palm Beach, e di nuovo Miami. Dormendo nei
motel, che son così spudoratamente cinematografici, da intenerire il cuore.
Come quando si viaggia al tramonto, con quella luce che accende il desio ai
naviganti (non ai navigatori si intende) e regala colori che non si vedono
altrove al mondo, ma solo lì, mentre guidi, e sei con lei, perché è lei che li
tesse quei colori, mica il cielo, o la terra o il mare. Proprio lei. Ancora un
giorno lì con te e per te. Come tu sei per lei.
Che bello!
RispondiEliminagrazie Ilaria
RispondiEliminaoh ma che tenero&luminoso questo post :)
RispondiEliminaGrazie!
Cristina
grazie Cristina!
RispondiEliminaCredo che il segreto di una grande unione stia proprio lì: quel condividere il gusto per l'avventura e quel saper ridere insieme,amandosi l'un l'altro come se fosse sempre il primo giorno.
RispondiEliminaGrazie Caterina, hai messo il dito sul punto giusto... ;-)
RispondiEliminami sono commossa nel leggere questo post! il nostro viaggio è appena iniziato ma spero un giorno di poter commentare con lo stesso spirito la nostra bellissima avventura! bel post!
RispondiEliminagrazie Potolina,
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