Quanto amore c’è nel gesto di una moglie che stira? O di un figlio che
svuota la lavastoviglie?
Se solo avessimo la pazienza di fermarci e di non dare per scontato tutto
quello che ci capita intorno, come se fosse un incasso che riscuotiamo da una
eredità che non abbiamo fatto nulla per meritare.
E invece è un dono, silenzioso quanto prezioso, che ci viene elargito, davvero
senza merito, nelle pieghe della giornata e che non merita di scivolarne
sull’orlo fino a cadere nell’oblio.
Due sono i nemici che dobbiamo combattere per toglierci le scaglie dagli
occhi e vedere con chiarezza: da un lato la vista selettiva, tipica maschile,
che non nota se non ciò sul quale si è fissata, perdendo i contorni
(definizione dall’astigmatismo secondo il già citato Zingarello- vocabolario
povero della lingua italiana: la malattia degli occhi che ti fa vedere la
bistecca ma non le patatine);
dall’altro l’assoluta ignoranza per le cose di casa per cui riteniamo che i
panni si lavino, asciughino e stirino da soli o grazie a qualche incantesimo
harrypotteriano.
Questa seconda sindrome, molto diffusa tra gli uomini, crea violenti
imbarazzi nel momento in cui ci si chiede un contributo. Vorremmo il manuale
delle istruzioni anche per apparecchiare, denunciando così una ignoranza
complice ed interessata. Quanto poi a far funzionare la lavatrice... bisognava
che, come per le lingue, ce lo insegnassero da piccoli. Infatti mio figlio è
capace!
Quanto a me: ormai le donne di casa sono arrivate a scrivermi con il
pennarello sulle piastrelle le istruzioni, le volte che rimangono da solo a
Milano.
Due nemici: una sola battaglia. Non ci vuole
molto per vincerla. E i successi sono così rassicuranti che meritano lo
sforzo.
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